Il viaggio attraverso i set di Movi&Co continua, questa volta con Acea, azienda veterana di Movi&Co, alla sua quinta partecipazione e che spera di salire sul podio dei vincitori anche quest’anno, dopo i successi del 2011 e del 2010.
Acea è una delle aziende che con Movi&Co ha sempre sperimentato molto, lasciando ai videomaker grande libertà di creatività e, sempre molto soddisfatta dei risultati ottenuti, ha effettivamente utilizzato nella propria comunicazione i video realizzati con Movi6Co.
Volendo sperimentare a 360° è una delle prime aziende che con Movi&Co si è affacciata al mondo dell’animazione, prima con un po’ di scetticismo, come spesso accade, ma poi con sempre più entusiamo.
Katia Vinciguerra, Relazioni Esterne e Comunicazione Acea, ci racconta un po’ come il set e il processo di produzione del video è vissuto dalla loro azienda.
M&C: Ciao Katia, abbiamo presentato Acea, come una di quelle aziende che con Movi&Co si è avvicinata al mondo dell’animazione.
M&C: Quest’anno avrete un video in animazione e uno in live action. Quali differenze ci sono nel seguire i due progetti?
Katia: Rispetto agli spot girati, in quelli dove si utilizzano tecniche di animazione abbiamo sempre l’impressione di partire avvantaggiati ma poi di procedere preoccupati. In questi casi, infatti, lo storyboard riesce fin da subito a illustrare l’idea alla base dello spot. La preoccupazione nasce però subito dopo con la consapevolezza che una volta data l’approvazione, a causa dei tempi tecnici di lavorazione molto lunghi e complessi, eventuali ripensamenti creerebbero dei problemi. C’è da ammettere però che il periodo che va dall’ “adesso o mai più” fino alla visione dello spot, aiuta ad aumentare non tanto la preoccupazione quanto più la curiosità di scoprire il prodotto finale. Sorprendente in questi casi poi è vedere come, seppur giovanissimi, i ragazzi siano in grado di utilizzare le tecniche di animazione a livelli molto professionali. Peccato non poter seguire anche loro sul set, in questo caso non dietro una macchina da presa ma dietro un pc!”
M&C: Sei invece riuscita a partecipare al set del video in live action, trascorrendo “una notte al museo”. Qual è l’aspetto delle riprese che ti ha incuriosito e affascinato di più?
Katia: Seguire i ragazzi sul set per noi rappresenta un’occasione importante di condivisione del progetto, dall’idea alla realizzazione. Un modo di sentirci parte attiva e non solo rappresentata dello spot. Abituati ad affidarci a fotografi e registi di grandi agenzie di comunicazione, rimaniamo sempre molto attratti dalla freschezza delle idee e dalla sfrontatezza a osare che pensiamo essere il valore aggiunto della creatività di giovani ancora non contagiati da logiche commerciali. Interessante è vedere poi, a lavoro concluso, come riescano a trovare soluzioni “impensabili” per superare anche i limiti a volte rappresentati dai mezzi tecnici low cost a loro disposizione.
Nicolò Malaspina, 23 anni ha già collaborato con importanti registi pubblicitari e ha già scritto un libro, alla sua prima esperienza con Movi&Co. ottiene subito un brief complicato: realizzare un video per la Sponsorizzazione di Acea del Sistema Musei Civici di Roma. L’idea di girare nei musei di notte piace subito ad Acea!
M&C: Nicolò ti sono state aperte le porte dei Musei romani in notturna, è successo qualcosa di bizzarro?
Nicolò: I custodi “felliniani” di tutti quanti i musei dove abbiamo girato: quello che ci provava con Katia chiedendole di poterla accompagnare fuori; l’altro che sclerava con il collega perché uno era Romanista e l’altro Laziale; una che ci provava con mio padre, e un’altra ancora che si è messa a mangiare frutta e non capiva NULLA di quello che le chiedevo…
M&C: Per te è la prima partecipazione a Movi&Co, ti sei impegnato tantissimo e hai creduto in questo progetto fin dall’inizio con entusiasmo, qual è il ricordo che ti porterai dentro?
Nicolò: Il ricordo più bello è quello d’aver condiviso attimi notturni all’interno di musei, impossibili da vedere sotto quell’aspetto se non tramite questa esperienza: solitari, tetri, intimi, riflessivi….
M&C: Il tuo è stato uno dei set più complicati. Quante ore e quanta gente ha coinvolto il tuo progetto?
Nicolò: TROPPE.. TROPPISSIME ore… davvero non saprei quantificare. Circa un 10 giorni in tutto (tra location romane e milanesi).. lo stesso vale per la troupe… a Roma eravamo in 4 (io, un elettricista – macchinista, un DOP – operatore, e un assistente)…. poi per le altre riprese a Milano altre 4/5 persone tra operatori, DOP e “comparse”…
Dario Genuardi invece ha già partecipato a Movi&Co negli anni precedenti con un video per la rivista Max e uno per Covim, entrambi realizzati in live action. Dopo una pausa di due anni si riscrive a Movi&Co. proponendosi per un video in animazione, nella quale si è specializzato lavorando in una delle più famose società di post produzione e design a Roma.
M&C: Dario ben tornato a Movi&Co. Anche se ti eri già confrontato con aziende nell’ambito di Movi&Co e ormai hai intrapreso la professione, quindi quotidianamente hai a che fare con un committente, come è stato lavorare con Acea?
Dario: Acea ha dimostrato grande interesse per il progetto e ha fornito validi consigli e suggerimenti per modificare lo script iniziale, dando un contributo fondamentale all’efficacia finale del video.
M&C: Un progetto in animazione, richiede spesso una lavorazione che agli occhi dei “non esperti” non appare e tanto meno è quantificabile il tempo e l’energia che ci stanno dietro. Il video sulle Smart Grid quante ore ti ha impegnato? E quante persone sono state coinvolte nel progetto?
Dario: Tra ricerca, script iniziale, storyboard ecc… ho dedicato al progetto e alla realizzazione un mese. In ore saranno tra le 150 e le 200 ore. A parte amici “profani” ai quali ho chiesto pareri sui work in progress, ho coinvolto solo un collega sound designer per la sonorizzazione del video e la realizzazione della colonna sonora.
M&C: Quindi un lavoro complicato, Ti ha regalato qualche soddisfazione?
Dario: Il concept alla base del video è molto semplice ma la realizzazione comporta molti passaggi che sto eseguendo personalmente.
Ho deciso di lavorare da solo perché la partecipazione al concorso di quest’anno rappresenta per me una forma di evasione dal normale lavoro di tutti i giorni.
Inoltre sarà un bel banco di prova dato che da poco ho iniziato a propormi nel mercato del graphic design come freelance in grado di ideare e realizzare un prodotto in tutte le sue fasi.
La soddisfazione più grande sarà proprio questa, scoprire se dopo anni di esperienza di lavoro in team io abbia acquisito quelle skill trasversali necessarie a svolgere un compito di questo tipo.